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Bce: "Crisi peserà su nuove generazioni"

2009-01-22

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CORRIERE della SERA

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2009-01-22

rallentano i prestiti delle banche a famiglie e imprese

Bce: "Crisi peserà su nuove generazioni"

Nel bollettino parla di "recessione grave e sincronizzata". Urgenti le misure per obiettivi di bilancio a medio termine

Jean-Claude Trichet (Lapresse)

Jean-Claude Trichet (Lapresse)

MILANO - L'economia mondiale sta attraversando una fase di "recessione grave e sincronizzata" e la crisi peserà sulle nuove generazioni. È fosco e complesso il quadro tracciato dalla Banca centrale europea nel suo bollettino mensile. L'istituto di Francoforte guidato da Jean-Claude Trichet prevede che "l'acuirsi e il diffondersi delle turbolenze dei mercati finanziari freneranno probabilmente la domanda su scala mondiale e nell'area dell'euro per un periodo di tempo prolungato". "Le tensioni nel sistema bancario - si legge - si sono tradotte in un inasprimento dei criteri per la concessione del credito, in un rapido deterioramento del clima di fiducia e in un crollo dei valori azionari".

FUTURE GENERAZIONI - L'allarme riguarda anche il futuro e la Bce si preoccupa del prezzo che dovranno pagare le nuove generazioni per l'attuale crisi: "Nel complesso i provvedimenti straordinari decisi sinora comportano oneri considerevoli per le finanze pubbliche in numerosi Paesi dell'area dell'euro. Se non saranno riassorbiti a tempo debito, peseranno in modo particolarmente negativo sulle nuove generazioni e su quelle future. È quindi indispensabile - proseguono gli esperti - ristabilire quanto prima un impegno credibile a favore degli obiettivi di bilancio a medio termine".

CAUTELA NEGLI INTERVENTI - La Bce invita quindi i governi europei alla prudenza nelle scelte di politica economica contro la crisi: "La situazione economica corrente richiede particolare cautela nell’adottare vaste misure di stimolo fiscale, tenendo conto delle particolari condizioni di bilancio di ciascun Paese". Il settore più colpito dalla recessione e dall'"ulteriore peggioramento della situazione economica internazionale in dicembre" è quello manifatturiero, "dove la produzione cala a ritmo sostenuto". Per quanto riguarda l'inflazione Francoforte prevede che nei prossimi mesi "si dovrebbe ridurre ulteriormente e a metà anno si potrebbe collocare su livelli molto bassi", per poi "riprendere ad aumentare nella seconda metà dell'anno", ma - sottolinea - i rischi per la stabilità dei prezzi sono sostanzialmente bilanciati.

INCERTEZZA ELEVATA - Nel complesso "il livello di incertezza resta eccezionalmente elevato", sia sul fronte dei prezzi che su quello dello scenario economico futuro. "I rischi per la crescita, che nel complesso restano chiaramente orientati al ribasso, sono connessi principalmente alla possibilità di un più forte impatto delle turbolenze finanziarie sull'economia reale, a nuove spinte protezionistiche e a una correzione disordinata degli squilibri mondiali". Dal lato dei consumatori, la Bce "si attende che il calo dei prezzi delle materie prime sostenga il reddito disponibile reale nel prossimo periodo", mentre Eurolandia "dovrebbe beneficiare appieno degli effetti delle misure di politica monetaria annunciate nelle ultime settimane".

PRESTITI IN FRENATA - Infine rallentano i prestiti bancari a imprese e famiglie nell’area dell'euro: "L'inasprimento delle condizioni di finanziamento ha contribuito negli ultimi mesi al rallentamento del flusso dei prestiti delle istituzioni finanziarie monetarie al settore privato non finanziario".

22 gennaio 2009

 

 

REPUBBLICA

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2009-01-22

La riduzione sarà graduale, nell'arco dei prossimi diciotto mesi

Il titolo in Borsa a Wall Street perde in apertura oltre l'8%

Crisi, Microsoft taglia 5.000 posti

dopo la flessione dell'utile dell'11%

Crisi, Microsoft taglia 5.000 posti dopo la flessione dell'utile dell'11%

NEW YORK - Il colosso Usa del software Microsoft annuncia un taglio fino a 5 mila posti di lavoro nei prossimi 18 mesi. La decisione, spiegano a Redmond, è stata adottata per rispondere al rallentamento dell'economia, al calo della spesa per tecnologie e dopo la flessione dell'11% dell'utile netto del secondo trimestre fiscale che resta comunque a quota 4,17 miliardi di dollari. Sulla scia di questa notizia e dei deludenti risultati del secondo trimestre il titolo a Wall Street perde oltre l'8,9%.

I tagli del personale sono concentrati nel settore ricerca e sviluppo, nel marketing, nelle vendite, nella finanza e nelle risorse umane. Dei 5 mila licenziamenti annunciati 1.400 partiranno subito. La decisione, spiega una nota del gruppo, è stata presa "alla luce dell'ulteriore deterioramento della situazione economica globale".

Verranno eliminate posizioni lavorative a tempo pieno, a contratto e anche fra i venditori, per ridurre i costi operativi annuali del 5-7%, pari a risparmi che vanno da 1,37 a 1,92 miliardi di dollari. A fine settembre Microsoft contava 94.286 dipendenti, in aumento del 55% rispetto a giugno 2005.

Ieri anche il gigante dei microprocessori Intel aveva annunciato la chiusura di cinque stabilimenti, che comporterà tagli e ricollocamenti per 5.000-6.000 dipendenti.

(22 gennaio 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-01-22

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-22

Bce: la crisi durerà a lungo

In Cina crescita in forte frenata

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22 GENNAIO 2009

"L'economia mondiale sta attraversando una fase di recessione grave e sincronizzata" mentre "l'acuirsi delle turbolenze dei mercati finanziari freneranno probabilmente la domanda su scala mondiale e nell'area dell'euro per un periodo di tempo prolungato".

È l'analisi che arriva dalla Banca Centrale Europea nel proprio bollettino mensile. La Bce, peraltro, rileva che nel corso del 2009 l'inflazione nell'area euro, toccando "livelli molto bassi" a metà anno. "In prospettiva - è il commento dell'Eurotower di Francorte - il calo dei prezzi delle materie prime e l'indebolimento della domanda confermano l'attenuazione delle pressioni inflazionistiche nell'area dell'euro. Nei prossimi mesi, principalmente per gli effetti base connessi ai passati andamenti dei prezzi dei beni energetici, l'inflazione complessiva sui dodici mesi si dovrebbe ridurre ulteriormente e, a metà anno, si potrebbe collocare su livelli molto bassi". "Ci si attende tuttavia - aggiunge la Banca centrale europea - che, per i medesimi effetti base, i tassi d'inflazione riprendano ad aumentare nella seconda metà dell'anno. È quindi probabile che l'inflazione registri brusche oscillazioni nel corso del 2009". "La variabilità di breve periodo - evidenzia il bollettino - non è però rilevante in una prospettiva di politica monetaria. Nell'orizzonte di medio termine, adottato come riferimento, ci si attende che l'inflazione sia in linea con la stabilità dei prezzi. I rischi per la stabilità dei prezzi nel medio termine - aggiunge la Bce - sono sostanzialmente bilanciati". Infine, l'istituto centrale presieduto dal Jean Claude Trichet, sottolinea che frena l'andamento dei prestiti bancari a imprese e famiglie nell'area euro. "L'inasprimento delle condizioni di finanziamento, dovuto all'acuirsi delle tensioni finanziarie, ha contribuito al rallentamento del flusso dei prestiti delle istituzioni

finanziarie monetarie al settore privato non finanziario".

La Cina Pil in forte frenata

L'economia della Cina è cresciuta del 9 per cento nel 2008, dopo il 13 per cento del 2007, scendendo al livello più basso da sei anni. La crisi finanziaria mondiale ha influito sull'economia cinese degli ultimi sei mesi. Se la crescita del pil, il prodotto interno lordo, della Cina resta a livello annuale molto invidiabile dalle economie occidentali entrate in recessione, è tuttavia fortemente rallentata nel corso degli ultimi mesi. Tra ottobre e dicembre, il pil è cresciuto soltanto del 6,8 per cento, sempre su base annua, dopo il 9 per cento registrato nel terzo trimestre, peggior risultato degli ultimi cinque anni.

 

 

 

 

Politiche di sostegno, ma senza rinunciare al rigore sui conti pubblici

Di Fabio Pammolli*

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22 gennaio 2008

Qualche giorno fa, con le previsioni macroeconomiche per il 2009 e il 2010 (l'Interim Forecast Report), la Commissione Europea ha descritto uno scenario difficile per tutti i Partner europei. Oggi, il Bollettino Economico della Banca Centrale Europea riporta un'indicazione chiara per i Governi che stanno portando avanti le politiche anticrisi. Da un lato, la fase di disinflazione avviatasi da Ottobre/Novembre 2008 ha permesso alla Banca Centrale di abbassare ai minimi storici il tasso di riferimento, fornendo liquidità ai mercati e riducendo gli oneri di servizio dei debiti pubblici. Ma da sola la leva monetaria non è sufficiente, perché il ciclo negativo ha ormai assunto caratteristiche pienamente keynesiane, con aspettative negative diffuse tra tutti gli operatori, come testimoniano anche gli indicatori dell'OCSE sulle attese delle famiglie e le valutazioni delle imprese sulla stato degli ordinativi. Sono indispensabili politiche reali di sostegno della domanda e della produzione, e su questo punto la BCE concorda con la posizione già espressa dal FMI che, a Dicembre, invitava i Paesi a convogliare risorse su un programma di stimolazione fiscale il più possibile coordinato. Ma la BCE sottolinea anche un vincolo sotto il quale le politiche reali espansive devono il più possibile muoversi. Esse devo rimanere correnti con la sostenibilità dei conti pubblici, e per un duplice motivo: gli interventi di oggi non devono essere finanziati a svantaggio delle generazioni che verranno; e, soprattutto, l'efficacia immediata dello stimolo dipende anche dalla aspettative che gli operatori maturano sulle condizioni di finanza pubblica da qui a uno/due anni. La soluzione è sì quella dello stimolo fiscale, ma con interventi che devono collocarsi in una prospettiva di rigore ed efficienza. La BCE ricorda che tutti i Partner europei sono chiamati a intraprendere, in misura diversa, riforme strutturali che potrebbero essere a impatto nullo o minimo sui conti pubblici e, nello stesso tempo, rilanciare le economie: la modernizzazione del mercato del lavoro verso assetti di maggior flessibilità, la promozione della concorrenza sui mercati dei beni e dei servizi, il rinnovamento dei sistemi di welfare system a sostegno di una economia e di una società più flessibili ma senza rinunciare alle tutele. Al Governo italiano va il merito di aver affermato una posizione di rigore, indispensabile alla luce del livello del debito pubblico e del suo aumento atteso nel 2009 (109,3 per cento del PIL) e nel 2010 (110,3). Non altrettanto si può dire a proposito delle riforme strutturali, a cominciare da quella delle pensioni. È vicino il momento di scelte impegnative e coraggiose. La legislatura è lunga e c'è tutto il tempo per raccogliere i frutti di scelte responsabili.

* direttore del Cerm

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